di Gaia Corradino
Mercoledì 30 giugno 2021 all’età di 75 anni a causa di un infarto è scomparso Lorenzo Bozano.
Etichettato come “il Biondino della Spider Rossa” egli era stato condannato all’ergastolo per il presunto omicidio della tredicenne Milena Sutter, avvenuto a Genova nel maggio 1971.
Al momento del decesso era in libertà condizionale dall’ottobre 2020.
Nonostante ciò, si è sempre professato innocente.
Anche dopo 50 anni da uno dei casi italiani più controversi, lo Storytelling – distorto – dei media continua.
La loro posizione, a partire dai giornali locali genovesi, è sempre stata molto chiara: Lorenzo Bozano è il colpevole. Di conseguenza l’opinione pubblica è stata irremovibile a tale pregiudizio: Bozano era senza dubbio il killer della “bambina” Milena.
Premesso che il fatto è accaduto in un’epoca dove gli strumenti e i metodi di analisi, sia scientifiche sia investigative, non erano così avanzati come oggi. Premesso inoltre che ricerche durate anni dimostrano quanto l’intero caso presenti mancanze e imprecisioni non indifferenti, ma non è da ritenersi questo il contesto ove esplicitarli (a questo proposito sono presenti il libro e il blog che si sono occupati della vicenda).
L’errore dei media nella narrazione visiva: l’esempio
Date le premesse, uno dei gravi problemi dei media, oltre alla mancata imparzialità nella presentazione dei fatti, è errare perfino nella comunicazione visiva. Questa, quando presente, è di vitale importanza, poiché fotografie e immagini, insieme al titolo, sono le prime cose che catturano l’attenzione lettore e perciò facili da memorizzare.
Un esempio è molto recente ed è riportato dal settimanale “Giallo” del 14 luglio 2021.
Qui è scritto un articolo dedicato alla morte di Lorenzo Bozano, accompagnato da due fotografie di repertorio, che lo presenterebbero in una visione temporale “prima e oggi”.
Una delle due foto, però, non rappresenta Bozano.
Nel tondo in bianco e nero, infatti, è raffigurato Antonio Figari; egli fu il teste chiave che nel 1973, al processo di primo grado contro Lorenzo Bozano, testimoniò di aver visto quest’ultimo e Milena Sutter in via Orsini, nei pressi della casa della ragazzina, mentre prendevano un gelato.
Fu però smentito dai fatti: fu accertato che nel periodo dichiarato da Figari, Milena Sutter era a sciare in montagna.
Al momento della sua testimonianza al processo contro Bozano, Antonio Figari aveva precedenti penali ed un procedimento penale in corso.
Scomparve nel 1976 in mare, al largo di Genova, durante un’uscita di pesca in barca in compagnia di un’amica.



Sbagliare o confondere la pubblicazione di immagini denota mancanza di conoscenza del caso, mancanza di rispetto verso le persone coinvolte in esso e comporta, di conseguenza, un trasferimento errato di notizie a cui segue un’errata associazione mentale nel lettore, che identifica in qualcuno una persona che non è.
Un’ulteriore aggravante è data, come in questo caso, da una rivista a cadenza settimanale; non si tratta di una fonte di breaking news che deve ricorrere alla velocizzazione delle notizie e perciò qualche refuso potrebbe essere accettato.
Un errore del genere non è permesso fare dai media, sapendoli nel loro ruolo di (in teoria) autorevoli fonti di notizie.