di Maurizio Corte
Le imprese della ristorazione, del food & wine, dell’ospitalità in un’epoca di incertezze possono essere gestite con un chiaro orientamento all’etica e alla sostenibilità.
Sostiene Mark Schaefer, uno dei più grandi esperti al mondo di digital marketing e social media, che solo le imprese dall’approccio umanistico vincono.
L’idea di Schaefer, nel suo libro “Marketing Rebellion”, è di qualche anno fa.
Oggi più che mai possiamo considerarla attuale, alla luce dell’emergenza Coronavirus.
Da parte sua, Seth Godin, nel ultimo libro “Questo è il marketing”, porta l’esempio di un venditore di successo.
Quel venditore, fa notare Godin, pensa prima alla relazione con le persone che sono potenziali clienti. Solo molto dopo si concentra sulla vendita.
Perché, fa notare quest’altro grande guru del marketing, le “vendite facili” non sono la migliore delle soluzioni.
Possiamo aggiungere che le vendite facili sono come i torrenti in piena.
Una settimana dopo puoi trovare i letti di quei torrenti rinsecchiti e annichiliti dall’arsura. Dov’è mai finita la tanta inutile acqua scorsa prima?
Turismo e ristorazione: il ruolo delle relazioni umane
Sentiamo spesso dire e spesso leggiamo del “turismo esperienziale”.
Le persone, si è scritto negli ultimi anni, fanno turismo e vanno in un certo luogo per conoscere; ma anche per vivere un’esperienza di vita.
Più quell’esperienza è unica, esclusiva, profonda e particolare, più i turisti saranno soddisfatti.
Più i turisti saranno soddisfatti e più saranno ansiosi di far conoscere la propria esperienza attraverso gli strumenti più comodi: i social media come Instagram, Facebook e Pinterest.
L’esperienza turistica nasce dal contatto con i luoghi, con i manufatti, con i prodotti (vino, cibo), con la cultura e con le persone.
I sommelier amano ricordarci che il “vino spiegato” viene degustato con maggiore consapevolezza e miglior piacere.
I giovani turisti – millennials in testa – amano il rapporto con le persone. Tanto che una fetta interessante di visitatori cerca borghi, contrade, quartieri, persino periferie dove relazionarsi con la gente del posto.
Anche per questo, un turismo sostenibile e consapevole tiene conto delle persone che abitano i luoghi visitati dai turisti.
Il turismo enogastronomico fra umanesimo e ambiente
Il turismo enogastronomico, in una città d’arte come in uno splendido paese di campagna o in riva al mare, non può che poggiare su alcuni punti fermi:
- rispetto dell’ambiente;
- rispetto delle persone;
- rispetto delle risorse naturali
Cittadini accoglienti rendono speciale un certo luogo già bello di suo.
I cittadini, d’altro canto, possono essere accoglienti se il movimento turistico è sostenibile; e apporta ricchezza umana, economica e di relazioni sociali proficue.
Senza relazioni, il turismo è solo predatorio, commerciale e fermo alla superficie.
Sulla relazione si fonda anche la ristorazione, che promuove la carta dei vini locali e di qualità.
Lo abbiamo visto con il turismo locale che ha conosciuto un boom a causa della pandemia.
Senza rapporto, senza scambi sociali, senza comunicazione, senza relazioni e senza fiducia la ristorazione viene svuotata nella sua essenza.
La relazione porta con sé una serie di azioni e di valori:
- l’Altro mi interessa e l’ho a cuore nella sua umanità;
- l’Ascolto autentico come pratica di vita e di lavoro;
- i servizi studiati partendo dalle esigenze di chi li fruisce;
- il destinatario al centro della comunicazione;
- la comunicazione come pratica strategica
- un giornalismo fondato su verità e rispetto della diversità
Come ricorda Seth Godin, quando un essere umano porta avanti uno sforzo emotivo per assumersi la responsabilità – “Ecco, ho realizzato questo” – allora la porta si apre all’interazione e alla crescita.
Umano, tanto umano: l’approccio vincente dell’impresa
Vi sono alcuni dati certi, frutto di questo treno virale che ci ha investito – il Covid-19 – e che ha lasciato tracce su tutti noi:
- il turismo di massa è finito, almeno così come l’abbiamo sempre inteso;
- la ristorazione “mordi e fuggi” è finita e deve puntare alla qualità;
- al bar ci si va con precauzione anche quando quasi tutti saranno vaccinati
Proprio queste tre tracce ci portano ad affermare che c’è tanto bisogno di turismo; la ristorazione è un gioiello prezioso del nostro vivere; il bar accogliente è un bel posto nel mondo.
Ripartiamo, allora, da un turismo di qualità, attento alle esigenze delle persone.
Ricominciamo da turisti e visitatori che hanno voglia di esperienza. Che hanno voglia di incontri, di sicurezza, di libertà e di rinascita.
E non può esservi rinascita (e Rinascimento) senza attenzione all’umano. Senza Umanesimo.
Il segreto della Comunicazione Strategica e dell’Etica del Turismo sta nel trovare opportunità là dove molti vedono limiti.
Perché solo riscoprendo uno Human Centered Tourism, fondato sul rispetto della persona e dell’ambiente, possiamo far ripartire in sicurezza e con successo un comporto che unisce etica e impresa, comunicazione e ascolto, progettualità e strategia.