di Marta Gabucci
Le indicazioni europee e nazionali, con la composizione dell’articolo 1, nominato “Finalità, autonomia e libertà dell’Università” e l’articolo 9, “Pari Opportunità” dello Statuto, hanno portato attenzione alla consapevolezza della differenza e del rispetto dei generi attraverso il linguaggio.
L’Università di Verona, in merito a tali disposizioni, ha creato delle linee guida per promuovere un uso di linguaggio non discriminatorio e attento alle differenze di genere.
Il documento evidenzia come sia frequente utilizzare un maschile generico. Si tratta di un maschile che dovrebbe risultare neutro e che comprenderebbe sia il sesso maschile che femminile. Tale decisione è uno degli usi linguistici con effetto più discriminante. Da tale evidenza, nasce la necessità di promuovere e sostenere un cambiamento, per valorizzare in egual misura, la presenza sia di uomini che donne.
«Queste “buone pratiche” permettono di realizzare un uso della lingua italiana consapevole e rispettoso di tutte le differenze di genere e rappresentativo di tutte le diverse componenti che concorrono a formare una comunità accademica libera e autonoma», si sottolinea.
Il documento continua attraverso la realizzazione di una lista di linee. Queste vanno a mettere in luce la necessità di utilizzare dei nomi collettivi che si riferiscono alla carica e al ruolo. Ad esempio, prediligere il termine “componente studentesca” anziché “gli studenti e le studentesse”, ricorrendo così anche a soluzioni sintattiche, evitando forme più lunghe quando possibile.
È preferibile dare visibilità al genere femminile, adottando così l’ordine femminile-maschile, utilizzando termini ambigenere, se fattibile.
Si evidenzia anche l’inclusione di differenze di genere, assieme a quelle etniche e culturali facenti parte della comunità universitarie, per la scelta delle immagini.
Segue un breve elenco con i termini frequenti nel mondo universitario, con la giusta declinazione di forma femminile e maschile.
L’università richiede perciò l’utilizzo di una impostazione condivisa, all’interno dei documenti, dando così visibilità alla presenza femminile.
«L’Ateneo veronese, sensibile e attento alle differenze di genere, desidera offrire uno strumento per avviare, con il contributo di ognuna/o, un processo di cambiamento sociale e culturale, che evidenzi i nuovi ruoli e le nuove posizioni ricoperti dalle donne e favorisca, nella nostra comunità, la cultura delle pari opportunità anche nella lingua», conclude.
Le linee guida possono essere scaricate qui.