di Elena Guerra
Il 2020 è il settimo anno dell’iniziativa “Indovina chi viene a cena?” a Verona, nella quale le case di tanti cittadini di origine straniera aprono le porte a ospiti sconosciuti, una volta al mese da ottobre fino a maggio. Da questo autunno tutto sarà online, per cucinare insieme a distanza e raccontare le storie dei tanti partecipanti che condividono la città con italiani e non. L’evento nato a Torino nel 2011 dalla Rete Italiana di Cultura Popolare, ha preso piede in diverse città, da Milano a Palermo, passando per Napoli e Foggia, compresa la città scaligera dal 2014, dove è supportata dall’associazione culturale veronetta129, Mag, Prosmedia e CookPad.
Il primo appuntamento è per lunedì 26 ottobre alle 17.30 a casa di Senait, signora eritrea che da anni partecipa al progetto di condivisione per mezzo del cibo e che ha scelto di condividere una delle sue tante ricette del cuore con le persone che vorranno seguirla via “Zoom”. Cookpad dialogherà e cucinerà con le famiglie ospitanti Italia. L’iscrizione è obbligatoria a info@veronetta129.it per poter raggiungere gli ospiti via mail e mandare il link “Zoom” a cui partecipare alla chiacchierata e preparazione di un piatto tipico, con la lista della spesa per chi desidera cucinare in diretta dalla propria cucina.
Da marzo 2014 a maggio 2019 a Verona si sono organizzate 81 cene con 354 ospiti accolti, 36 famiglie coinvolte e 32 nazionalità rappresentate. Sono questi i numeri del progetto di relazione per mezzo del cibo, che sta diventando anche a Verona una piccola ma grande modalità per conoscere da vicino la cultura e le tradizioni del paese d’origine di tante persone ospitanti di origine straniera che vivono nel territorio già da tanti anni. Le famiglie vivono in città e provincia, vengono messe in contatto con gli ospiti che fanno esplicita richiesta di stare nei dintorni del proprio quartiere, anche per una questione di “costruzione del buon vicino”, per auspicare incontri futuri e – perché no – instaurare amicizie.
Un progetto di buon vicinato. Si tratta di un dispositivo di attivazione di comunità che sovverte l’idea classica di ospitalità, aprendo le porte delle case dei nuovi cittadini, abbattendo i muri e le barriere culturali tramite il rito più antico del mondo: mangiare insieme. Ci sono famiglie che partecipano a quasi tutte le cene perché hanno sposato il progetto, altre che lo fanno una volta per curiosità o semplicemente per conoscere persone nuove. Stessa filosofia degli ospiti, che al momento dell’iscrizione possono decidere attraverso un modulo di scegliere una famiglia in città o provincia, mettendo in evidenza eventuali intolleranze o allergie. Per la prima volta a dicembre 2018 si sono aperte le porte anche di un centro Sprar in provincia di Verona dove gli ospiti abituali hanno potuto scegliere di fare questa nuova esperienza con il supporto dei mediatori dell’associazione veronetta129 e quelli della casa per richiedenti asilo. Mentre nel 2019 un richiedente asilo ospite di una famiglia italiana grazie al progetto “Refugeeswelcome” ha coinvolto il nuovo nucleo cucinando i propri piatti della memoria agli ospiti coinvolti.
Ma chi sono le famiglie incontrate a cena finora a Verona? 11 su 36 sono le famiglie miste (con un coniuge italiano oppure entrambi i coniugi stranieri ma di differenti Paesi), 32 nazionalità rappresentate, ossia persone provenienti da Sri Lanka, Giappone, Bangladesh, Eritrea, Ghana, Costa D’Avorio, Marocco, Angola, Repubblica Democratica del Congo, Nigeria, Tunisia, Algeria, Mali, Palestina, Libano, Iran, Giordania, Russia, Ucraina, Moldavia, Romania, Bulgaria, Lituania, Albania, Croazia, Spagna, Irlanda, Inghilterra, Canada, Honduras e Brasile (e ovviamente l’Italia). Gli ospiti non sono solo veronesi, ma anche cittadini di origine straniera.
L’associazione veronetta129 ha inoltre pubblicato il libro “Ricette migranti” (2019, Cierre Edizioni) scritto da Elena Guerra, Alice Silvestri ed Erica Tessaro, dove sono state scelte 20 ricette di 20 persone diverse provenienti da altrettanti Paesi, da tutti i continenti. Per lasciare memoria di alcuni piatti assaggiati durante “Indovina chi viene a cena?” e per far conoscere la storia migratoria di tante persone che hanno scelto l’Italia come propria casa. Partendo dalla propria ricetta del cuore, magari rivista grazie all’apporto della cucina e di alcuni ingredienti tipici delle nostre terre.
Cosa dicono gli ospiti: «L’esperienza a casa di Naima e della sua famiglia è stata unica! Ci siamo sentiti davvero accolti fin da subito da sorrisi calorosi e semplici gesti di cura nei nostri confronti. Ci hanno fatto dimenticare per qualche ora di essere in una cittadina del nord Italia portandoci a fare un “viaggio” attraverso piatti eccezionali preparati con cura, profumi, racconti, storie della loro terra facendoci apprezzare la bellezza di quei luoghi e della loro cultura. Sicuramente è un’esperienza che consigliamo e che rifaremo!» Marianna Eleonora Alberto Luana e Valentina
«La cena con Celestina è stata un’esperienza unica. È stato così bello poter condividere le proprie esperienze di vita e passare del tempo positivo insieme. Porterò nel mio cuore lei e la sua splendida famiglia.» Veronica
Cosa dicono le famiglie ospitanti: «Ieri sera è stata una serata bellissima, con delle persone meravigliose e simpatiche. Abbiamo mangiato bene e anche fatto il caffè eritreo. Grazie anche a voi che mi avete dato la possibilità di partecipare.» Adiam
«La serata di sabato è stata divertente e un’occasione unica di confronto. Abbiamo proposto un menu con piatti tipici dell’Albania e del Gambia,un mix diverso ma molto apprezzato. La sinergia che si è creata è stata speciale, penso che tutti gli ospiti si siano sentiti per qualche ora parte della nostra realtà.» Sara
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