È la Siria degli oltre 100mila desaparecidos degli ultimi 10 anni, tra cui padre Paolo Dall’Oglio, rapito e di cui non si hanno tracce da sette lunghi anni, il Paese da cui parte MediOrizzonti 2020 al cinema, per il sesto anno consecutivo, intenzionato ad aprire una finestra sul mondo arabo con sguardi differenti su Paesi troppo spesso stereotipati nella rappresentazione mediatica. L’appuntamento con il documentario “Ayouni” della regista siriana Yasmin Fedda (UK/Qatar, 2020, 75’) è lunedì 12 ottobre alle 20.30 al Cinema Nuovo di San Michele Extra a Verona, via V. Monti 7c, che ha supportato l’iniziativa dell’associazione culturale veronetta129 e La Sobilla.
Presentazione e moderazione a cura del giornalista di Heraldo Ernesto Kieffer. Dopo la proiezione si terrà il dialogo con la sorella di Paolo Dall’Oglio in collegamento Skype e i rappresentanti dell’associazione “Le 2 facce” che si occupa da tempo di mediare culturalmente fra Occidente e Oriente e che proprio poche settimane prima del suo rapimento avevano portato padre Dall’Olio a Verona per promuovere la comprensione politica e sociale del tormentato Paese mediorientale.
Noura e Machi cercano risposte sui loro cari: Bassel Safadi e Paolo Dall’Oglio, che sono tra le oltre 100mila persone scomparse in Siria. Di fronte al limbo di una devastante assenza di informazioni, la speranza è l’unica cosa a cui devono aggrapparsi. “Ayouni” è un termine arabo che significa “i miei occhi” e inteso come “il mio amore”. Girato per sei anni e in più Paesi in cerca di risposte, “Ayouni” è un tentativo di dare volto ai numeri, dare voce al silenzio e rendere innegabilmente visibile l’invisibile. È possibile prenotare il proprio posto al link https://www.cinemasanmichele.com/scheda_film/Ayouni arrivando al cinema entro 20 minuti prima dell’inizio.
Mediorizzonti vede inoltre la collaborazione di Middle East Now di Firenze, libreria Pagina Dodici, e il gruppo di analisi interculturale Prosmedia. Media partner Heraldo. Tanya Habjouqa, artista, educatrice e membro di Noor Images, che incentra il suo lavoro su genere, identità e questioni socio-politiche in Medio Oriente ha gentilmente concesso la foto-locandina di quest’anno. L’immagine fa parte della serie “Occupied Pleasures”.
La sagoma di Patrick Zaki (disegnata e gentilmente concessa da Gianluca Costantini) accompagnerà il pubblico in tutti i luoghi della rassegna.