di Elena Guerra
Lorella Don, presidente del Telefono Rosa Verona e Sara Gini, avvocata e past president del Telefono Rosa Verona, sono state le ospiti della diretta odierna del magazine “Heraldo” e attraverso la moderazione della giornalista Serena Dei hanno fatto un quadro della situazione attuale: “Lockdown e violenza domestica in aumento”.

Come ha sottolineato Sara Gini, durante l’isolamento i casi di violenza aumentano poichè si è a contatto con il proprio partner 24 ore al giorno, con poche vie di uscita: «È tipico della violenza di genere e quindi del maltrattamento nei confronti delle donne prevedere un’escalation dei comportamenti negativi. Si parte sempre da una situazione di maltrattamento psicologico e quindi significa essere trattate senza rispetto, non essere considerate nell’ambito della vita familiare, essere disprezzate in qualsiasi cosa loro possano fare, denigrate costantemente ma anche maltrattate dal punto di vista economico perché la violenza economica è una forma di violenza psicologica. Chi lavora ha il reddito controllato dal marito mentre chi non lavora deve pietire anche i soldi per andare a fare la spesa per tutta la famiglia.» La violenza fisica quindi non è mai improvvisa ma nasce da lontano.
Perchè la situazione si è aggravata? «L’ulteriore aggravante è determinata dal fatto che per queste donne è più difficile chiedere aiuto – continua Sara Gini -. Non avendo un momento di libertà è più difficile trovare l’occasione per telefonare ed ecco quindi che i centri antiviolenza ci sono attivati proprio per dare anche dei suggerimenti, come l’aumento dell’utilizzo dei mezzi informatici per arrivare alle operatrici di Telefono Rosa.»

Per Lorella Don, infatti, sono aumentati in modo esponenziali i messaggi di aiuto via e-mail. «A un’emergenza nazionale come quella di genere si somma quella sanitaria e se i fondi in parte sono stati dirottati verso il contenimento del Covid-19, la richiesta di supporto alla Regione Veneto è sempre difficoltosa perchè non siamo un settore che è tra le priorità della politica.» L’esperimento a Bologna della richiesta di aiuto attraverso le farmacie nel chiedere “una mascherina 1522” per lanciare l’allarme agli operatori al bancone a Verona non sta funzionando, anzi: «Io stessa sto girando alcune farmacie della città – continua Lorella Don – e non ho mai visto nessun tipo di informativa legata al numero di aiuto 1522. Facendo qualche domanda ho scoperto che nessuno dei farmacisti interpellati aveva idea di questo servizio. Se dovevano quindi essere dei canali ottimi di informazione per la clientela abbiamo capito che si deve ancora fare un passo verso la diffusione del materiale e della consapevolezza di chi può dare una mano a capire alle donne che ne dovessero avere necessità.»
Guarda il video della diretta: https://youtu.be/n2wfIGB9D6o
Il Telefono Rosa di Verona è un’associazione di volontariato e un centro antiviolenza riconosciuto dalla Regione Veneto, fa parte della rete dei Telefoni Rosa d’Italia ed è componente di Iris – Coordinamento centri antiviolenza del Veneto.