di Maurizio Corte
Sabato 9 marzo, alle 12.30, alla locanda “Lo Speziale” di Verona, in via XX Settembre 7, la criminologa Laura Baccaro e io presentiamo il libro “Il Biondino della Spider Rossa. Crimine, giustizia e media”.
Sarà l’occasione per parlare del caso di Milena Sutter e della recente concessione della semilibertà a Lorenzo Bozano, condannato per il sequestro e l’omicidio, a Genova il 6 maggio 1971, della studentessa di origini svizzere. Ma sarà anche l’occasione per parlare di come i giornali hanno accolto le misure alternative al carcere (durante il giorno) concesse a Bozano, dopo quasi 42 anni passati dietro le sbarre. E di come una parte della stampa italiana abbia scelto di non parlare del libro.
Alla ricerca universitaria che sottende il libro hanno partecipato anche Elena Guerra e Cristina Martini dell’Associazione Culturale ProsMedia. E alcuni laureati e laureate del corso di laurea magistrale di Editoria e Giornalismo dell’Università degli Studi di Verona.
“Il Biondino della Spider Rossa” ricostruisce nei dettagli e con precisione i dati certi e i dubbi su quanto accadde a Genova, giovedì 6 maggio 1971, alle ore 17, quando Milena Sutter, una ragazza di 13 anni, scompare all’uscita della Scuola Svizzera, dove frequenta la terza media. E su quanto accadde nei giorni, mesi e anni successivi.
Milena Sutter è figlia di un ricco industriale. Il suo corpo, senza vita, viene trovato in mare due settimane dopo la scomparsa. L’ipotesi investigativa è soltanto una: il sequestro per motivi di denaro.
Ad essere accusato del rapimento e dell’omicidio della studentessa è un giovane di 25 anni, un perdigiorno di famiglia alto-borghese. È soprannominato il “biondino della spider rossa”: non è biondo, né magrolino. Assolto in primo grado nel 1973, viene condannato all’ergastolo nel 1975.
Dopo oltre 40 anni di carcere continua a professarsi innocente. Il libro “Il Biondino della Spider Rossa”, frutto di una ricerca universitaria durata otto anni, affronta gli aspetti del caso: i nodi non risolti; gli indizi contro l’imputato; la discutibile perizia medico-legale; la personalità controversa del giovane della spider rossa; il ruolo dei media; la seconda vittima della vicenda (l’amica di Milena, Isabelle).
Quello di Milena Sutter e Lorenzo Bozano è una vicenda che anticipa di trent’anni la mediatizzazione televisiva dei grandi casi giudiziari. E che rivela ancora la sua forte carica di notiziabilità.
La notizia della concessione della semilibertà a Lorenzo Bozano, decisa dal Tribunale di Sorveglianza di Firenze il 12 febbraio 2019, ha fatto esprimere a molta parte della stampa italiana tutto il carico di stereotipi e pregiudizi che ha circondato il caso.
Vecchie e imprecise narrazioni, alcune senza fondamento alcuno, si sono riproposte all’attenzione del pubblico.
Le centinaia di commenti sul profilo Facebook del Secolo XIX, quotidiano di Genova, sono lì a dimostrare quanto la rabbia di alcune persone e le posizioni forcaiole di altre si fondino su “dati di fatto” che tali non sono.
Con il libro, scritto assieme alla criminologa Laura Baccaro, non abbiamo voluto assumere posizioni innocentiste o colpevoliste. Abbiamo voluto sottoporre alla comunità scientifica una serie di quesiti fondamentali per una democrazia.
Alcuni di questi quesiti toccano tutti noi: dobbiamo essere giudicati come “personaggi” o come “persone”? Quale rapporto fra Scienza e Giustizia: di sudditanza dei risultati scientifici alle narrazioni giudiziarie o di autonomia e indipendenza? Quale ruolo spetta ai media nel raccontare un fatto di cronaca nera e un evento giudiziario: l’essere equidistanti o asserviti alle fonti?
Le domande sono importanti. Toccano i diritti basilari delle persone, cioè di tutti noi. Con il libro “Il Biondino della Spider Rossa”, Laura Baccaro e io abbiamo voluto consegnare ai lettori e agli studiosi un caso, tanti dubbi, alcune certezze, molti interrogativi. Oltre il pregiudizio, oltre l’ignoranza, oltre la rabbia e l’emozione popolare.