I media e le emittenti pubbliche influenzano gli spettatori con le loro immagini, attraverso la scelta degli argomenti da trattare e della modalità di rappresentarli. Questo vale anche e soprattutto per il fenomeno dell’immigrazione, troppo spesso associato a temi come sicurezza e terrorismo, mentre ci si dimentica dei problemi umani ed economici dietro le storie dei migranti. Il problema è stato affrontato durante il ventiduesimo incontro della Copeam (Conferenza permanente dell’audiovisivo mediterraneo), tenutosi a Malta a fine marzo. Vi hanno preso parte duecento rappresentanti del settore audiovisivo della regione mediterranea che hanno sottoscritto in modo unanime una risoluzione che invita soprattutto i media di servizio pubblico a lavorare per accrescere la consapevolezza dei drammatici eventi che stanno accadendo alle porte dell’Europa cercando di dare maggiore voce ai migranti e alle loro storie, e di fornire un’informazione corretta e completa sul fenomeno.
Le emittenti pubbliche svolgono un ruolo fondamentale nella vita dei cittadini ed è per questo che non possono esserci omissioni nel loro messaggio. Non si può raccontare solo l’urgenza del fatto di cronaca; è necessario andare in profondità nella notizia rappresentandola in maniera obiettiva senza fermarsi alla fornitura di dati statistici o, nei casi più drammatici, al conteggio delle vittime riconducibili al fenomeno. Dalla Conferenza è emersa inoltre la necessità di cooperazione tra gli attori della comunicazione al fine di diffondere le buone pratiche del giornalismo in particolare tra i media nazionali e quelli locali che, lavorando a più stretto contatto con il territorio, possono fare molto per facilitare la conoscenza e la comprensione dell’Altro. In questo percorso, i cui intenti non si discostano da quelli della Carta di Roma, un ruolo fondamentale lo ricopre la formazione: un giornalista, per svolgere al meglio la sua professione deve costantemente evolversi tenendo il passo con i cambiamenti della società che lo circonda.
Uno degli aspetti più interessanti della Copeam è la partecipazione di operatori dalle due sponde del Mediterraneo. La diversità di approccio a tematiche come quella migratoria e la diversità culturale tra i vari paesi coinvolti costituiscono fonte di arricchimento per i partecipanti e possibilità dell’apertura di nuovi canali di dialogo che potranno favorire un trattamento più adeguato ed approfondito di questi argomenti. Le emittenti egiziane ed algerine ad esempio hanno spiegato alla platea il loro impegno nel mostrare al pubblico cosa accade durante le traversate in mare, al fine di ridurre le partenze e conseguentemente il numero di persone che rischiano la propria vita nel Mediterraneo. Alla Conferenza seguiranno dei programmi (spot, documentari) dedicati all’argomento e capaci di dar voce a migranti e rifugiati delle due sponde del Mediterraneo che saranno realizzati in coproduzione al fine di promuovere concretamente la diffusione di buone pratiche giornalistiche e una reale conoscenza dell’Altro.
In questi giorni si susseguono le notizie sull’ennesima tragedia in mare. I telegiornali Rai in questa occasione si sono sforzati di non appiattirsi sul solo fatto di cronaca e di approfondire la notizia raccontando storie, scandagliando le cause che spingono i migranti a partire e le vicende dei loro paesi d’origine e visitando i centri di accoglienza dislocati su nostro territorio. Tuttavia anche alla luce dei commenti razzisti e xenofobi che emergono tra l’opinione pubblica, si può considerare che il network, come l’intero apparato mediale italiano, abbia ancora una lunga strada da percorrere per diventare un punto di riferimento capace non solo di informare correttamente, ma anche di formare il suo pubblico. Il giornalismo italiano lentamente sta compiendo alcune trasformazioni adottando un linguaggio più rispettoso, nonostante ciò è necessario ancora uno sforzo ulteriore per garantire oggettività nella scelta di immagini, parole e fonti affinché sia garantito il pluralismo e la diversità di opinione e si eviti la diffusione di pregiudizi e stereotipi.