Analisi dei media e giornalismo vanno di pari passo. Studiare il linguaggio utilizzato dai media per costruire un fatto di cronaca è essenziale per un giornalista che vuole essere consapevole di ciò che scrive e dell’orizzonte di senso che le sue parole creano. Venerdì 17 aprile la ricercatrice Cristina Martini sarà ospite del corso di Giornalismo interculturale e multimedialità del corso magistrale in Editoria e Giornalismo dell’Università degli Studi di Verona per presentare le attività del gruppo ProsMedia e parlare di pregiudizi e stereotipi veicolati dalla stampa sui temi del femminicidio e della violenza di genere.
La relazione si baserà sulla presentazione dei risultati e della ricerca condotta da Cristina Martini “Uomini che odiano le donne. Come l’agenzia di stampa Ansa rappresenta i casi di femmicidio secondo la nazionalità dei protagonisti”, da cui ha preso vita l’Osservatorio sul femmicidio. Sostenere che la violenza sia originata da un “raptus”, che uno stalker perseguiti la sua ex-compagna per “passione”, che un qualsiasi atto violento nei confronti di una donna sia giustificabile perché mosso da “amore”, o stigmatizzare la vittima ed esaltare le doti positive del colpevole sono tutti comportamenti giornalistici a cui siamo purtroppo “abituati”, ma sono anche atteggiamenti pericolosi, in quanto veicolano un messaggio sbagliato, parziale, pregiudiziale e stereotipato.
Comprendere queste prassi aiuterà i futuri giornalisti a fare attenzione al peso delle parole portando avanti un’idea di giornalismo attento, un bagaglio di buone pratiche volte al rispetto dei protagonisti dei fatti di cronaca e delle storie che si vogliono di raccontare.