Raccogliendo la sollecitazione di Carta di Roma e la storica battaglia condotta dalla presidente Laura Boldrini, l’agenzia Adnkronos annuncia che i suoi lanci non conterranno più la parola “clandestino” riferita alle persone immigrate. Faranno eccezione solo le eventuali dichiarazioni contenute in comunicati stampa e riportate tra virgolette. Anche nella trascrizione delle interviste e delle dichiarazioni raccolte, la parola “clandestino” sarà evitata, a meno che essa non sia ritenuta indispensabile-opportuna per chiarire il pensiero dell’intervistato o per riprodurre fedelmente il linguaggio dello stesso.
Al posto di “clandestino” saranno usati di volta in volta i termini più adeguati al contesto delle singole notizie, come irregolare, migrante, immigrato, rifugiato, richiedente asilo, persona, cittadino, lavoratore, giovane, donna, uomo, secondo quanto indicato dal glossario e dalle Linee guida della Carta di Roma stessa.
L’annuncio viene dato dal direttore dell’agenzia di stampa, Giuseppe Pasquale Marra, che dichiara: «L’uso di un linguaggio corretto è sempre importante per un’agenzia di stampa, ma lo è ancora di più quando si tratta di fenomeni, come l’immigrazione su cui è facile alimentare paura, xenofobia e razzismo. Ogni giornalista in questo dovrebbe fare la propria parte».
La scelta dell’agenzia Adnkronos di non utilizzare più la parola “clandestino” è un segnale importante nella crescita di un giornalismo attento al tema “media e immigrazione”. Non è solo una scelta linguistica in linea con gli inviti e le raccomandazioni della Carta di Roma, ma è anche la dimostrazione di una sensibilità al lavoro di mediazione fra fonti e lettori che è proprio del giornalismo. Un giornalista autonomo dai poteri di ogni colore e natura, un giornalista indipendente nei giudizi e informato sui fatti non può piegare il proprio lessico a quanto dicono e vogliono le fonti.
La mediazione giornalistica passa anche attraverso la rivendicazione di un approccio linguistico che svincoli le notizie dalle fonti interessate: là dove il giornalismo – come nel tema “media e immigrazione” – fa propri i contenuti della Carta di Roma dimostra di avere a cuore un’informazione autorevole, di qualità. Un’informazione che legittima ancor più la professione e la professionalità giornalistica in un panorama mediatico caratterizzato dai nuovi media e dalla formidabile concorrenza dei blog.
Come ProsMedia ha sempre rilevato nelle sue ricerche sull’agenzia Ansa, le scelte linguistiche e tematiche delle agenzie di stampa hanno un forte potere di agenda sui giornali, i siti web di informazione, le tv e le radio. È un traguardo in più, conquistato da chi da anni si batte per un sistema dei media rispettoso delle persone, delle differenti culture e che rifugge ogni strumentalizzazione politica.