Gli italiani mostrano grande apertura verso la società multiculturale, le seconde generazioni e il riconoscimento della cittadinanza. Per Andrea Riccardi, ministro per la Cooperazione Internazionale e l’integrazione, «gli italiani sono in mezzo a un guado culturale». È quanto emerge dall’indagine I migranti visti dagli italiani realizzata dall’Istat per conto del dipartimento Pari opportunità della Presidenza del Consiglio.
Il 72,1% dei cittadini italiani è favorevole al riconoscimento alla nascita della cittadinanza italiana ai figli di immigrati nati nel nostro Paese. Il 91,4% ritiene giusto che gli immigrati, che ne facciano richiesta, ottengano la cittadinanza italiana dopo un certo numero di anni di residenza regolare nel nostro Paese. Il 59,5% afferma che nel nostro Paese gli immigrati sono discriminati, cioè sono trattati meno bene degli italiani. In particolare, la maggior parte degli intervistati ritiene difficile per un immigrato l’inserimento nella nostra società (80,8%): addirittura il 2,4% lo ritiene impossibile. Generalizzata appare la condanna di comportamenti discriminatori: la maggioranza degli intervistati ritiene che non sia giustificabile prendere in giro uno studente (89,6%) o trattare meno bene un lavoratore (88,7%) “perché immigrato”.
L’aumento di matrimoni e unioni miste è considerato positivamente dal 30,4% dei rispondenti, a fronte di un quinto circa (20,4%) che considera negativamente questo fenomeno. Se però è la propria figlia a sposare un immigrato la situazione cambia. Per esempio, il 59,2% degli intervistati avrebbe molti problemi e il 25,4% qualche problema se il futuro coniuge fosse un Rom/Sinti.
Per la maggioranza non è un problema avere uno straniero come vicino. Tuttavia il 68,4% non vorrebbe avere come vicino un Rom/Sinti: al secondo e al terzo posto tra i vicini meno graditi si collocano i romeni (indicati dal 25,6%) e gli albanesi (24,8%). Sulla convivenza religiosa, la maggioranza (59,3%) esprime una posizione di tolleranza, anche se il 26,9% è contrario all’apertura di altri luoghi di culto nei pressi della propria abitazione e il 41,1% all’apertura di una moschea.