Medici Senza Frontiere (MSF) ha pubblicato il rapporto Le crisi umanitarie dimenticate dai media 2011 (Marsilio Editori) realizzato per l’ottavo anno in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia e con il contributo di importanti rappresentanti del mondo giornalistico e accademico. Per il 2011, MSF ha deciso di porre l’attenzione su come i telegiornali italiani hanno trattato il tema della migrazione a seguito delle rivolte esplose in Tunisia, Egitto e Libia e su due fronti di crisi: le “crisi sanitarie”, malnutrizione in Somalia, HIV/AIDS e le malattie tropicali dimenticate; e le “crisi umanitarie” su cui i riflettori dei media italiani si sono accesi solo parzialmente Costa d’Avorio, Sudan e Sud Sudan, Bahrein Repubblica Democratica del Congo).
Su richiesta di MSF, l’Osservatorio di Pavia ha analizzato lo spazio dedicato in un anno dalle edizioni serali – prime time dei TG Rai, Mediaset e La7 – alle crisi individuate da MSF. Nel 2011, i telegiornali hanno dedicato circa il 10% del totale dei servizi a contesti di crisi, a conflitti e a emergenze umanitarie e sanitarie, e tra questi spiccano naturalmente le rivolte della Primavera araba (Libia in primis) e il terremoto in Giappone. È proprio tale attenzione a spiegare l’incremento rispetto al 6% del 2009.
Per la prima volta, MSF ha deciso di far monitorare come e quanto i TG italiani hanno raccontato l’arrivo in Italia dei migranti in fuga da Libia, Tunisia ed Egitto. Nel 2011, sono state dedicate 1.391 notizie al tema e seppur non si tratti di una crisi dimenticata, preoccupa il modo in cui è stata rappresentata. Dall’analisi degli sbarchi in alcune settimane campione, spicca come il termine emergenza sia il più diffuso per comunicare il contenuto della notizia, mentre le condizioni medico-sanitarie dei migranti non sono quasi mai il focus centrale della narrazione.
Ecco un estratto del rapporto contenente l’introduzione di Kostas Moschochoritis, la prefazione di Giovanni De Mauro, le schede di alcune crisi dimenticate (Afghanistan, Bahrein, Costa d’Avorio, Repubblica Democratica del Congo, Sudan e Sud Sudan) e l’indice del volume.